Fito-depurazione e Primavera
Fito-depurazione e Primavera

Fito-depurazione e Primavera

Il Tarassaco, Taraxacum officinale (L.) Weber ex F.H.Wigg., noto come dente di leone o soffione, è una pianta erbacea perenne, le cui foglie sono da tempo utilizzate in ambito culinario per il loro sapore particolare: possono, infatti, essere consumate dopo abbondante cottura e sono da preferire quelle più giovani, in quanto le foglie mature sono piuttosto coriacee e amare.

Le radici per tostatura acquisiscono una colorazione brunastra e possono essere utilizzate per preparare un sostitutivo del caffè privo di caffeina.

Negli ultimi 40 anni il Tarassaco ha richiamato l’interesse del mondo scientifico per le sue proprietà diuretiche, epatoprotettive, toniche, lassative nonché coadiuvanti della funzionalità digestiva.

La composizione chimica delle sue foglie e delle radici indicano la presenza di molte sostanze capaci di proteggere il fegato dai radicali liberi e dai danni ossidativi. Nel 2012 le sue proprietà epato-protettive sono state saggiate attraverso alcuni test di laboratorio, dai quali emerse che questo vegetale può essere utilizzato in presenza di danni o affaticamento epatico causato da farmaci quali il paracetamolo. Nella medicina tradizionale cinese è utilizzato per “rimuovere le impurità”, allo stesso modo la fitoterapia occidentale ne consiglia l’assunzione in primavera come drenaggio epato-renale: l’obiettivo è di eliminare le tossine e disintossicare l’organismo per prepararlo al cambio di stagione. A tale scopo i vegetali indicati sono, appunto, Tarassaco, Betulla, Carciofo e Fumaria. Anche Viola tricolore ha dimostrato essere un valido alleato della nostra salute soprattutto per le sue proprietà diuretiche. Nel 2009 un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio per confrontare gli effetti di Viola con alcuni farmaci diuretici: i risultati indicarono la possibilità di ricorre alla tintura madre di Viola da sola o in co-terapia con altri farmaci, al fine di stimolare la diuresi e l’eliminazione dei liquidi. Nota anche con il nome di viola del pensiero, questa pianta è da lungo tempo presente nei prontuari di materia medica tradizionale per le sue proprietà antinfiammatorie: assunta per bocca o applicata localmente, era consigliata in passato per il trattamento di ulcere, eczemi, prurito cutaneo e psoriasi.

Le sue capacità di modulare la risposta immunitaria sono state chiarite e confermate in laboratorio ed è quindi possibile considerare l’uso di Viola in presenza di patologie in cui si verifica un’eccessiva risposta del sistema immunitario.

Un altro componente del mondo vegetale utilizzato per i suoi molteplici effetti è la Bardana o Arctium lappa L., una pianta erbacea, la cui forma ricorda quella della carota, largamente utilizzata in Asia in ambito culinario, attualmente disponibile come tintura madre, mentre in passato veniva utilizzata sotto forma di decotto o infuso. Ad essa sono ascritte numerose proprietà: le radici possiedono un potere ipoglicemizzante, mentre le foglie contengono molecole antipruriginose, nonché in grado di modulare e stimolare la produzione di bile e così supportare il lavoro del tratto gastro-enterico. Nei semi, infine, sono state identificate alcune molecole antiossidanti e inibenti la crescita tumorale attualmente in fase di studio. Alla luce della sua composizione la Bardana entra nella lista dei fito-complessi utilizzabili in presenza di patologie epatiche, essa ha, infatti, dimostrato di essere in grado di proteggere le cellule del fegato stressate da abuso di alcol, eccesso di farmaci o patologie.

 

Dott.ssa Lisa Dal Pozzo - Farmacista

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